Il vinyasa yoga è uno stile di yoga dinamico che unisce il respiro al movimento e permette di fluire attraverso la pratica per ritrovare il benessere mentale.
Cos’è il vinyasa yoga?
Il vinyasa yoga è un tipo di pratica yoga che associa un respiro a un movimento: inspirazione ed espirazione sono connessi e alternati a seconda della tipologia di movimento. La lezione, tipicamente da 60 o 90 minuti, può essere adatta a principianti o avanzati, a seconda delle posizioni e delle transizioni che vengono realizzate dall’insegnante. Le posizioni sono svariate, dai piegamenti in avanti agli inarcamenti, dalle posizioni di equilibrio alle inversioni. Obiettivo di questo stile di yoga è quello di concedersi un momento interamente dedicato a sé, in cui ritrovare la pace mentale attraverso l’impegno fisico. Infatti, essendo uno stile dinamico in cui non si resta molto tempo nelle posizioni, il pensiero è concentrato sui movimenti e questo permette di non dar modo a preoccupazioni, tensioni mentali e condizioni di ansia di espandersi nella mente. Per questo motivo può essere una pratica molto liberatoria e purificatrice, che permette di ritrovare l’equilibrio psicofisico.
La pratica è un continuo fluire, non è un insieme di posizioni eseguite in successione. Infatti, le transizioni tra una posizione e l’altra sono sempre ben spiegate dall’insegnante e anch’esse associate al respiro. La sequenza centrale non è mai fissa, ma varia di lezione in lezione e segue l’inclinazione naturale dell’insegnante. Obiettivo ultimo, la liberazione del praticante.
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Come si svolge una lezione di vinyasa yoga?
Una lezione tipica normalmente include qualche minuto di centering, ossia il ritrovamento della piena consapevolezza del qui e ora, della piena presenza nel corpo e nel respiro. Il centering si fa seduti sul tappetino (o eventualmente in alcuni casi si può fare anche coricati in savasana o in piedi nella posizione della montagna tadasana).
Dopo di ché, si inizia la lezione tra riscaldamento, saluti al sole e sequenza centrale. La sequenza è solitamente costruita a “picco”, ossia si progredisce in un’insieme di posizioni via via più intense, si arriva al punto cardine in cui l’intensità è massima (ma variabile a seconda del livello della pratica) ed infine si inizia a rallentare con posizioni più statiche e più lente, solitamente piegamenti in avanti ed inarcamenti statici, fino ad arrivare al rilassamento finale, che di norma dovrebbe durare almeno 10 minuti.
Prima o dopo il rilassamento finale può essere eseguito anche un esercizio di pranayama, il controllo del respiro.
Cosa sono i saluti al sole
I saluti al sole (in sanscrito Surya Namaskara) sono una sequenza fissa di posizioni (asana) che permettono di riscaldare il corpo e distogliere la mente degli influssi dei pensieri. Ci sono 2 sequenze di saluti al sole: A e B.
La sequenza al sole B è leggermente più lunga, perché prevede più posizioni, alternate con la gamba destra e la gamba sinistra. Sono sequenze complete che includono sia posizioni di allungamento che inarcamenti.
Nel vinyasa, di solito le posizioni dei saluti al sole si tengono solo un respiro, tranne il cane a faccia in giù, in cui si rimane dai 3 ai 5 respiri. Durante una lezione di vinyasa, i saluti al sole si ripetono più volte e – se l’insegnante vuole – possono essere previste leggere variazioni.
Oltre ai saluti al sole esiste anche un saluto alla luna, spesso praticato al posto o in aggiunta dei saluti al sole. I benefici sono gli stessi, ma il lavoro sul corpo è leggermente diverso.
Cosa serve per una pratica di vinyasa yoga
Come tutte le pratiche, è necessario:
- vestirsi comodi;
- avere un buon tappetino yoga;
- utilizzare eventuali supporti come blocchi e cinghie (soprattutto per le posizioni di flessibilità).
Lo yoga mat selezionato deve avere un buon grip, ossia di non scivolare con mani e piedi durante la pratica e al tempo stesso di riuscire a stare in equilibrio e di non sentire una superficie di appoggio eccessivamente dura, per evitare fastidi durante le posizioni, come ad esempio le posizioni in ginocchio.
Com’è nato il vinyasa yoga
Il vinyasa yoga ha origini antiche nella tradizione millenaria della pratica che arriva dall’India, dai più grandi swami dello yoga tra cui Yogananda, Krisnamacharya e il suo allievo Pattabhi Jois.
Yogananda e Krisnamacharya affermavano di aver attinto da testi sanscriti antichi, considerati sacri, che facevano parte della tradizione tantrica dello yoga. Lo yoga vinyasa moderno è in realtà il risultato di leggeri inevitabili adattamenti della pratica tradizionale antica (al contrario della pratica Ashtanga yoga che è rimasta intatta e continua a essere praticata inalterata anno dopo anno nella sua sequenza fissa di posizioni in serie).
Krisnamacharya sottolineava l’importanza di abbinare le asana al respiro (pranayama), alla meditazione e ai mudra (posizioni delle mani) e suggeriva l’ascolto di musica durante la pratica, portando l’attenzione al ritmo e al tono della stessa.
Un’altra influenza molto importante nel vinyasa fu Iyengar, che declinò la corretta realizzazione delle posizioni e l’allineamento del corpo.
Quali sono i benefici del vinyasa
Come preannunciato i benefici sono fisici, mentali e anche spirituali. A partire dal ritrovamento del benessere fisico si riesce a tornare rilassati, sereni e calmi.
Benefici fisici
- aumento della flessibilità e dell’elasticità, grazie alle flessioni in avanti
- aumento della mobilità articolare, utile per migliorare la postura ed evitare problematiche fisiche legate al disallineamento
- miglior equilibrio, che permette un maggior radicamento a terra e una maggiore stabilità
- ampiezza dei movimenti e distensione, ottenuta anche grazie alle torsioni della colonna
- rafforzamento muscolare, grazie alle tante posizioni di forza
- aumento della resistenza fisica
- scioglimento delle tensioni muscolari
Benefici mentali e spirituali
- dopo una pratica si avverte una pace interiore, una calma che permette di avere la mente più lucida e i pensieri più nitidi
- positività e ottimismo: la mente si è purificata e liberata dai pensieri legati allo stress
- ritrovamento della fiducia nella vita e in sé stessi
- miglioramento dell’autostima
- apertura verso gli altri, socialità, amore e compassione
- senso di unicità e unione amplificato
maggiore consapevolezza di tutto ciò che si vive (dalle sensazioni fisiche alle emozioni e ai pensieri) - miglioramento della concentrazione
- facilitazione di stati di ispirazione, motivazione ed allegria
Vinyasa yoga: Controindicazioni
La pratica Vinyasa di per sé può essere adattata a tutti i tipi di allievi, ma può risultare eccessivamente dinamica o difficile in presenza di particolari condizioni fisiche.
Sebbene tutti possano praticarla, è importante ascoltare il proprio corpo, procedere per gradi ed eventualmente valutare la possibilità di cambiare tipo di pratica scegliendo Hatha Yoga o Restorative se il Vinyasa non è l’opzione migliore.
Vinyasa yoga – Domande frequenti
La pratica yoga per le donne incinta è sempre adattata e, soprattutto quella vinyasa, deve essere modificata per evitare alcune posizioni che potrebbero essere controindicate. L’importante è farlo sempre presente all’insegnante, o se possibile, scegliere un corso yoga per donne in dolce attesa, che è concentrato solo sulle posizioni che possono essere realizzate.
Essendo una pratica dinamica, il vinyasa può essere considerata un’attività cardio che porta al riscaldamento del corpo e, nel caso di lezioni di livello medio-alto, genera sudore. Per questo, se praticata almeno 2 o 3 volte a settimana, può portare anche alla perdita di peso. Da tenere presente, però, che non è questo lo scopo primario dello yoga, quindi non deve essere vissuto come un allenamento.
Teoricamente è consigliata la pratica quotidiana, ma in alternativa una buona pratica è quella ripetuta dalle 2 alle 4 volte settimanali. Praticando solo una volta a settimana i benefici e l’avanzamento nella pratica non sono allo stesso livello rispetto ad una pratica più frequente, ma saranno comunque presenti.
Il vinyasa include anche posizioni avanzate che, se realizzate da principianti alle prime armi senza il supporto di un’insegnante, possono essere rischiose. Per questo motivo è bene scegliere pratiche adatte al proprio livello di esperienza e provare in sicurezza le posizioni procedendo per piccoli passi, senza pretendere troppo dal corpo. Lo yoga, soprattutto quello dinamico, è un percorso e dev’essere affrontato poco per volta. Con la pratica regolare e costante si migliora e si riesce ad approfondire le posizioni, a reggerle per più respiri e a farle seguendo i giusti allineamenti. Da tenere a mente, però, che non tutte le posizioni possono o devono essere svolte da chiunque, perché solo tanti anni di lavoro portano a poter completare posizioni complesse.
Blocchi e cinghie sono utili ad eseguire le posizioni nel modo giusto. Nello yoga è importante il lavoro e l’azione della posizione, che ha sempre uno scopo. Tutti i tipi di posizioni richiedono specifiche azioni nel corpo (ad esempio, rotazione del bacino o della colonna, flessione del busto, e via dicendo) che possono essere difficili da realizzare. Per questo, i supporti ci aiutano a realizzare le posizioni seguendo lo scopo e l’azione delle stesse. Solo in questo modo, con il tempo, si può migliorare e arrivare a realizzare le stesse posizioni senza supporti. Risulta ben preferibile – ad esempio – usare i blocchi ed eseguire bene una posizione (giusto allineamento del corpo) rispetto a fare la stessa posizione senza blocchi andando a sollecitare parti diverse del corpo.
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